La Val Genova ha sempre impressionato la fantasia degli abitanti locali che, fin dai tempi antichi l’hanno frequentata, dando origine a molte leggende e storie popolari.
Tra i racconti più importanti ricordiamo quelli di Nepomuceno Bolognini che diede un nome fantastico a molti dei sassi che si incontrano risalendo la stessa valle.
Tali nomi ricordano le streghe e i diavoli che, si dice, siano stati relegati proprio in Val Genova dai Padri del Concilio di Trento.
Tra i più “famosi” ricordiamo: Ciata da Gal, Belajàl, Puntirol, Barzola, Schina da Mul, Manarot...
"...Ed ecco, allora, Zampa da GaI, un enorme masso erratico che all'apparenza se ne sta immobile all'ingresso della valle, ma che non appena scorge di lontano un cristiano in arrivo, corre di filato da Belajàl, il re dei dèmoni, ad avvisarlo del malcapitato. Quella di Belajàl, capo dei diavoli, signore delle streghe, male dei mali, è la roccia più grande che si alza nei pressi della cascata del Nardìs. Accanto gli sta il fido Pontiròl, sempre pronto a obbedire al minimo cenno del suo padrone. Tocca a lui correre di qui e di là a portare gli ordini di Belajàl, convocare ora questa, ora quella strega, dirgli delle povere anime cadute nelle trappole dell'inferno, farlo ghignare di gioia crudele al racconto dei cento e cento scherzi combinati ai danni degli uomini. ... "
Fortuna vuole che tutti questi mostri, oggi, siano disseminati in VaI Genova sotto forma di rocce inoffensive.
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