giovedì 3 marzo 2022

GUARDARE LA STORIA PER CAPIRE L'OGGI

L’Ucraina è una sterminata pianura solcata da grandi fiumi (il Dnepr, il Donec, il Dnestr) dove grazie a questa mancanza di confini naturali (le montagne) ci sono state da sempre invasioni di diversi popoli. Dal 1919 fino al 1960, l’Ucraina, faceva parte dell’Unione Sovietica.

C’è una data da non dimenticare nella storia dell’Ucraina ed è forse il principio del conflitto tra Russia e Ucraina: tra il 1932 e il 1933, milioni di ucraini morirono di fame. Stalin, il capo dell’Unione Sovietica, decise di prendere tutte le terre: i contadini non ricevettero più uno stipendio ma una quota dei beni prodotti. Molti si opposero a questa decisione e vennero ammazzati: chiunque fosse stato trovato a nascondere qualcosa da mangiare, anche solo delle bucce di patata, sarebbe stato fucilato. Altri morirono di fame. Ancora oggi questa tragedia è una delle ragioni del risentimento degli ucraini verso i russi.

Nel Donbass furono realizzati grandi insediamenti siderurgici che hanno attratto la popolazione russa. Gran parte della popolazione del Donbass non ha mai nascosto una certa insofferenza verso Kiev, ritenendo che dal 1991 (anno in cui l'Ucraina dichiarò l'indipendenza dall'Urss) le condizioni di vita siano peggiorate.

UNA GUERRA INIZIATA OTTO ANNI FA

Non è vero che la guerra è iniziata ora. Semmai si può dire che ha raggiunto il punto più grave in queste settimane ma è dal 2014 che nella regione del Donbass c’è un conflitto in corso. Nel 2014, a Kiev, c’è stata una rivolta contro il presidente Janukovyč, amico dei russi. La popolazione fece una battaglia per chiedere l’adesione all’Unione Europea con manifestazioni nella piazza Maidan. Si crearono degli scontri, ci furono dei morti e il presidente venne cacciato.

A quel punto la Russia, per rispondere a questa iniziativa, si prese la penisola della Crimea, nel sud dell'Ucraina. Da quel momento è partita la mobilitazione anche del Donbass: gruppi militari delle regioni di Lugansk e Donetsk sono riusciti in breve tempo a prendere il controllo di parte della regione, grazie all'appoggio occulto di Putin che ha fornito denaro e armi. Così è stata proclamata la nascita della Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk che sono indipendenti dall’Ucraina.

Dopo 13mila morti, città abbandonate e migliaia di civili in fuga, gli scontri si sono fermati – almeno ufficialmente – con gli accordi di Minsk, siglati nel 2015 da Russia e Ucraina. Gli accordi prevedevano il ritorno delle regioni ribelli all'Ucraina, in cambio di maggiore autonomia. Ma non sono mai stati rispettati veramente tant’è che ora il conflitto è riesploso.



COSA STA SUCCEDENDO ORA NEL DONBASS E IN UCRAINA

Nelle ultime ore, Putin ha riconosciuto, senza accordi con nessuno la Repubblica di Donetsk e la Repubblica di Luhansk come russe e ha già fatto entrare i carri armati su quei territori. Di fatto, però, si tratta di una vera e propria invasione, perché quelle due aree sono a tutti gli effetti dell’ Ucraina. In questo modo gli accordi di Minsk sono saltati.

Nella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 febbraio 2022, alle 4,27 ora italiana il presidente russo ha annunciato l’operazione militare mentre il consiglio ONU era ancora in corso. L’ha definita una “operazione speciale per smilitarizzare l’Ucraina”. Mosca ha fatto sapere di aver “soppresso il sistema di difesa anti aerea” ucraino con attacchi di precisione. Putin vuole impedire all’Ucraina di difendersi. I carri armati russi sono entrati nella capitale e in altre città. Gli ucraini stanno scappando.

da Focus Junior

Nessun commento:

Posta un commento

Popular Posts