Ci sono anche molti schiavi che mi aiutano ma io non sono favorevole alla loro mancanza di libertà. Io vorrei che loro potessero essere liberi per cui, come re cercherò di fare delle leggi uguali per tutti.
Secondo me non è giusto che non possano avere la libertà di fare quello che vogliono però rispettando le leggi.
Adesso devo andare perché il mio popolo mi aspetta e devo prepararmi a festa.
P.S. alla prossima avventura!
Diana
Io sono Ur, il potente re della città-stato di Uruk.
Gli abitanti mi vogliono bene perché sono generoso con loro e non faccio pagare tante tasse.
Mi rispettano perché per loro io sono il “grande uomo” e “esecutore dei voleri divini”. Dicono che io parlo con gli dei, ma in realtà sono i sacerdoti che mi riferiscono il volere delle nostre divinità.
Quando esco per le vie della città o ricevo le persone, mi copro il capo con un elmetto che sembra una parrucca elaborata e che permette di riconoscermi subito.
Spesso dobbiamo combattere contro le altre città che vogliono distruggerci.
Mi ricordo la bruttissima guerra contro gli Accadi. Per fortuna ci siamo salvati se no finivamo a polpette....
....Io ho due figli: Balik e Atab.
Tutti i giorni si recano alla casa delle tavolette dove imparano a scrivere sulle tavolette che fanno con l’argilla. A loro piace questo lavoro perché lo trovano un divertimento.
Sono contentissimi di andare a scuola, a differenza dei figli del popolo che non hanno la possibilità di frequentarla perché troppo costosa.
Devono istruirsi perché saranno i miei eredi e uno di loro diventerà il futuro re.
Sono orgoglioso di essere il re di un popolo che ha inventato molte cose per rendere facile la vita come la ruota, i chiodi, le imbarcazioni.....
Se io fossi stata un re al tempo dei Sumeri, avrei costruito delle case per gli abitanti del mio Regno, non avrei voluto schiavi ma semplicemente delle persone normali che lavoravano allo stesso modo degli altri.
Avrei fatto in modo che tutti fossero ugualmente importanti, ricchi e poveri anzi, se fossero stati poveri li avrei aiutati di più, amati di più e avrei regalato loro del cibo.
Sarei stata un re pacifico e non avrei fatto la guerra per prendere i territori degli altri, ma avrei fatto amicizia con loro per avere più terreno fertile da coltivare, più commercio e quindi più cibo.
Poi ci saremmo messi insieme per inventare delle cose nuove e fare imbarcazioni più grandi.
Come re, avrei scritto delle regole perché senza regole non si più vivere e cercherei di farle rispettare con l'aiuto di alcuni funzionari...
Gli abitanti mi vogliono bene perché sono generoso con loro e non faccio pagare tante tasse.
Mi rispettano perché per loro io sono il “grande uomo” e “esecutore dei voleri divini”. Dicono che io parlo con gli dei, ma in realtà sono i sacerdoti che mi riferiscono il volere delle nostre divinità.
Quando esco per le vie della città o ricevo le persone, mi copro il capo con un elmetto che sembra una parrucca elaborata e che permette di riconoscermi subito.
Spesso dobbiamo combattere contro le altre città che vogliono distruggerci.
Mi ricordo la bruttissima guerra contro gli Accadi. Per fortuna ci siamo salvati se no finivamo a polpette....
....Io ho due figli: Balik e Atab.
Tutti i giorni si recano alla casa delle tavolette dove imparano a scrivere sulle tavolette che fanno con l’argilla. A loro piace questo lavoro perché lo trovano un divertimento.
Sono contentissimi di andare a scuola, a differenza dei figli del popolo che non hanno la possibilità di frequentarla perché troppo costosa.
Devono istruirsi perché saranno i miei eredi e uno di loro diventerà il futuro re.
Sono orgoglioso di essere il re di un popolo che ha inventato molte cose per rendere facile la vita come la ruota, i chiodi, le imbarcazioni.....
Alessia
Se io fossi stata un re al tempo dei Sumeri, avrei costruito delle case per gli abitanti del mio Regno, non avrei voluto schiavi ma semplicemente delle persone normali che lavoravano allo stesso modo degli altri.
Avrei fatto in modo che tutti fossero ugualmente importanti, ricchi e poveri anzi, se fossero stati poveri li avrei aiutati di più, amati di più e avrei regalato loro del cibo.
Sarei stata un re pacifico e non avrei fatto la guerra per prendere i territori degli altri, ma avrei fatto amicizia con loro per avere più terreno fertile da coltivare, più commercio e quindi più cibo.
Poi ci saremmo messi insieme per inventare delle cose nuove e fare imbarcazioni più grandi.
Come re, avrei scritto delle regole perché senza regole non si più vivere e cercherei di farle rispettare con l'aiuto di alcuni funzionari...
Cecilia
Nessun commento:
Posta un commento